Riccardo Mazzei, poesia, poesie

Riccardo Mazzei, scritti in versi

 
A sera per via s'allungano ombre.
Avanzano, e talune un cane aquilone protende, sgomitola:
vicende che muovono avanti. E io
pure mi provo ad alzare cervi volanti,
occhi tesi nel leggere segni
di quale vita sia poi la loro, che vanno
e inconsapevoli il filo del volo lassù
recidono.

E' vero, sempre in agonia di febbre si levano gli aquiloni
sin dal primo fremito delle vele: si sa
il danzare fino ai silenzi,
lo sfrenarsi di là del sole,
oltre ogni capofitto e salvezza,
lo strapiombare in lotte rituali,
assoggettati a un cosmo capovolto,
governati dagli inferi, perduti nel cielo.
Pur di sfollare da qui al guardarli si farebbero proprie le febbri,
qualunque la sorte, l'unquam redire.

Non costoro: che ci sia tutto questo
- tutto quanto -
nel loro andare non sanno.
Anzi non più di così: a ciascuno il suo,
a sera si sciolgono i nodi.
Ad essi l'innanzi, l'andare, il disinganno,
a noi le folate, il trasognare, il seguir fole,
l'accatastarsi di vele recise.