Riccardo Mazzei, poesia, poesie

Riccardo Mazzei, scritti in versi

Il ciclista ubiquo

 
Il precipitarsi di ogni cosa e dove,
e ivi Matteo, ad assaltare con pace però di letterato,
a rimestare coi pedali,
a lanciare il naso quieto oltre l'ostacolo,
- archi, rotonde, portici -
ad uno ad uno, che egli schiva di sbieco,
plotoni, legioni ordinate,
in barba ai codici urbanistici, storici
e geografici.
Lui sferraglia in cento fiumane
nella sua immanente visione delle cose
per la quale Milano e Novara si iscrivono e serpeggiano
nella costellazione del biciclo.

Si legge su un appunto a matita:
"Una caduta di foglie: aspetterò
che lì rinasca la città" e "Accanto al fiume nero
le risaie migliori"
e anche "A ogni metro
è un insorgere di precordi".

Solo dopo il clac della catena è oltre il congedo da ogni fibra,
già torpido sul treno
di ogni sera,
di ogni mattina.
 
Sorti gettate dagli indovini
questa malora di fumi e di foglie,
il crepuscolo spento che si arrossa
di fuochi, di divise

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Con le loro parole ci blandiscono,
a torto, ma ugualmente si potrà
essere liberi e privi di un senso
oppure viceversa

-|-

La testa liscia come una tovaglia,
S. N. non ha mostrine questa sera,
vola, sulle spianate corrose, verso un
largo con sentimento
 
A sera per via s'allungano ombre.
Avanzano, e talune un cane aquilone protende, sgomitola:
vicende che muovono avanti. E io
pure mi provo ad alzare cervi volanti,
occhi tesi nel leggere segni
di quale vita sia poi la loro, che vanno
e inconsapevoli il filo del volo lassù
recidono.

E' vero, sempre in agonia di febbre si levano gli aquiloni
sin dal primo fremito delle vele: si sa
il danzare fino ai silenzi,
lo sfrenarsi di là del sole,
oltre ogni capofitto e salvezza,
lo strapiombare in lotte rituali,
assoggettati a un cosmo capovolto,
governati dagli inferi, perduti nel cielo.
Pur di sfollare da qui al guardarli si farebbero proprie le febbri,
qualunque la sorte, l'unquam redire.

Non costoro: che ci sia tutto questo
- tutto quanto -
nel loro andare non sanno.
Anzi non più di così: a ciascuno il suo,
a sera si sciolgono i nodi.
Ad essi l'innanzi, l'andare, il disinganno,
a noi le folate, il trasognare, il seguir fole,
l'accatastarsi di vele recise.