Riccardo Mazzei, poesia, poesie

Riccardo Mazzei, scritti in versi

Joyce Vincent (*)

 
Che spreco di tutto
per il tempo che mangia la coda
ad un respiro ultimo
dacché non erano per te,
sulla poltrona che era verde,
due anni di immagini volgari
e di volgari voci petulanti
- mai lo furono -
dietro il vetro traslucido del video,
e i tubi imbiancati che scottano l'inverno
la porta serrata a chiave per la notte
la casa (ed era pagato in anticipo quel mese)...

Eppure in un istante tutto
per te deve essersi condensato,
sulla soglia o poco prima
- impietoso sguardo -
un annaspare,
poi di certo solo suoni riecheggiati
che ascoltava il silenzio,
screpolature che nel gesso, a poco a poco,
sempre più.

Ora che nemmeno la solitudine è giustificazione,
e ti ha vissuto accanto come fosse tua sorella,
rotto l'imbarazzo, è spinto qualcuno a bussare,
ed è tempo forse di stordimento passeggero per qualcuno
di incombenze necessarie.

Oh, tu sai
gli equinozi inarrestabili.

Rappresa eri lì
come una tela,
stesa ad asciugare



(*) Il cadavere di una donna di nome Joyce Vincent venne trovato nell'Aprile del 2006 nel salotto della casa in affitto dove viveva. La polizia stimò la data del decesso intorno al Dicembre del 2003. Al momento del ritrovamento la televisione era accesa.